Il biogas è oggi una delle soluzioni più interessanti nel panorama delle energie rinnovabili. Si tratta di un gas ottenuto dalla fermentazione di materiali organici in assenza di ossigeno, un processo naturale che può essere controllato e trasformato in energia elettrica e calore. La sua forza sta nella capacità di valorizzare scarti e residui della filiera agricola, zootecnica e alimentare, riducendo al tempo stesso l’impatto ambientale delle attività produttive.
Che cos’è il biogas e perché è considerato una fonte rinnovabile
Il biogas nasce dalla degradazione di sostanze come scarti agricoli, deiezioni animali, residui agroindustriali, fanghi di depurazione e rifiuti organici urbani. Durante la digestione anaerobica, i microrganismi attivi nel digestore trasformano questi materiali in una miscela ricca di metano, la parte energeticamente più preziosa del biogas.
L’Unione Europea inserisce il biogas tra le fonti rinnovabili perché sfrutta risorse già presenti nei cicli produttivi, riduce l’uso di combustibili fossili e contribuisce a contenere le emissioni di gas serra. La sua diffusione, inoltre, si lega direttamente ai principi dell’economia circolare, trasformando rifiuti e sottoprodotti in nuovi vettori energetici.
Come funziona un impianto biogas
Un impianto biogas opera grazie a una serie di passaggi che consentono di trasformare la biomassa in gas e, successivamente, in energia. La fase centrale avviene nei digestori, grandi vasche chiuse e riscaldate dove la biomassa rimane per diverse settimane. Qui i microrganismi attivano il processo di fermentazione e producono metano.
Una volta completata la digestione, il materiale residuo – chiamato digestato – viene inviato a sistemi di separazione che distinguono la parte solida da quella liquida. Il digestato solido viene utilizzato come fertilizzante, mentre la parte liquida può essere destinata all’irrigazione o a ulteriori trattamenti.
Il biogas raccolto viene purificato e inviato alla centrale di cogenerazione, che lo utilizza per generare energia elettrica e calore. L’energia prodotta copre in parte il fabbisogno dell’azienda o della struttura che ospita l’impianto, mentre la quota eccedente viene immessa nella rete elettrica. Il calore può essere impiegato per scaldare serre, essiccare foraggi o alimentare processi produttivi.
La produzione di biogas si basa su un meccanismo biologico molto antico: la capacità di alcuni microrganismi di vivere e moltiplicarsi in assenza di ossigeno. Questi microrganismi, presenti in natura in luoghi come paludi, stagni o l’apparato digerente degli animali, scompongono la sostanza organica e ne trasformano le parti complesse in composti più semplici.
La fase finale del processo è svolta dai batteri metanigeni, che producono metano utilizzando molecole come acido acetico, idrogeno e anidride carbonica. È qui che avviene la trasformazione più importante, quella che rende l’intero processo energeticamente utile. Oltre al biogas, la digestione anaerobica consente anche di ridurre gli odori, abbattere gli agenti patogeni e stabilizzare i materiali di partenza, rendendoli più sicuri dal punto di vista ambientale.
Perché il biogas può diventare una risorsa strategica
Il biogas offre benefici su più piani. Il primo riguarda l’ambiente: utilizzare biomasse organiche per produrre energia riduce l’emissione di gas serra e permette di gestire meglio residui che, altrimenti, rappresenterebbero un problema. Un impianto biogas contribuisce inoltre a diminuire l’impatto degli effluenti zootecnici, migliora la gestione dei rifiuti agricoli e valorizza la frazione organica dei rifiuti urbani.
Sul piano energetico, il biogas aumenta l’autonomia delle aziende agricole e delle filiere agroindustriali, riducendo la dipendenza dal gas naturale e dall’elettricità acquistata dalla rete. Dal punto di vista economico, rappresenta una fonte di reddito aggiuntiva, grazie alla possibilità di vendere l’energia prodotta o di utilizzarla per abbattere i costi aziendali.
Il digestato finale, inoltre, può essere reimpiegato come fertilizzante naturale, chiudendo il ciclo della biomassa e riducendo l’uso di concimi chimici.
Il ruolo degli incentivi e la regolamentazione dei Certificati Verdi
Lo sviluppo del biogas in Italia è legato anche al sistema di incentivazione previsto dai Certificati Verdi. Gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono ottenere la qualifica IAFR, che consente di ricevere un certificato proporzionato all’energia prodotta. Questi certificati hanno un valore economico e possono essere venduti sul mercato, contribuendo a rendere sostenibile l’investimento nell’impianto.
Il GSE, attraverso procedure tecniche e verifiche specifiche, certifica gli impianti che rispettano i requisiti previsti. Una volta ottenuta la qualifica, l’impianto può beneficiare dei Certificati Verdi per diversi anni, generando entrate aggiuntive oltre alla vendita dell’energia o al vantaggio dell’autoconsumo.
Il biogas non è solo una fonte rinnovabile: è un modo per trasformare scarti, residui agricoli e rifiuti organici in energia pulita, utile e immediatamente disponibile. Grazie alla sua capacità di valorizzare materiali di origine biologica e di garantire benefici ambientali ed economici, il biogas rappresenta una soluzione concreta per supportare la transizione energetica e favorire un modello di sviluppo più sostenibile.
In un momento in cui cresce l’attenzione verso l’economia circolare e le energie alternative, puntare sul biogas significa scegliere una tecnologia già matura, in grado di portare vantaggi reali alle imprese e al territorio.
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