Lavoro nelle energie rinnovabili: come attrarre e trattenere talenti
Il lavoro nelle energie rinnovabili è oggi al centro della transizione energetica. Se tecnologie e investimenti accelerano, è il capitale umano a determinare il successo. Senza professionisti qualificati, gli obiettivi fissati dal Green Deal europeo e dal piano REPowerEU rischiano di rallentare.
In Italia, nel 2024 sono stati installati oltre 5 GW di nuova capacità rinnovabile. Ma chi guiderà questa trasformazione? La sfida è nelle mani di HR e recruiter, chiamati a colmare il divario tra domanda di competenze e disponibilità di professionisti.
Perché il lavoro nelle energie rinnovabili cresce più delle competenze
Fotovoltaico, eolico, idrogeno verde e storage vivono una fase di espansione senza precedenti. Crescono i progetti e le opportunità, ma il lavoro nelle energie rinnovabili richiede figure difficili da reperire.
Le professionalità più richieste includono ingegneri energetici, project manager, esperti di permitting, specialisti di grid connection e tecnici di manutenzione avanzata. A queste si aggiungono profili legati a digitalizzazione degli impianti, intelligenza artificiale e finanza sostenibile.
Università e ITS non sempre riescono a formare con la velocità necessaria, creando uno squilibrio tra offerta e domanda di competenze.
Employer branding e lavoro nelle energie rinnovabili: essere green non basta
Il settore delle rinnovabili attrae molti giovani desiderosi di contribuire a un futuro sostenibile. Tuttavia, non basta comunicare la missione green: chi cerca lavoro nelle energie rinnovabili valuta anche altri fattori chiave:
- Percorsi di crescita chiari, con opportunità di carriera reali.
- Formazione continua, per rimanere aggiornati in un settore in rapida evoluzione.
- Progetti internazionali, capaci di ampliare le prospettive professionali.
- Work-life balance e flessibilità, con smart working e welfare concreti.
Per attrarre e trattenere i migliori, le aziende devono offrire un valore autentico e differenziante, traducendo gli impegni ESG in pratiche tangibili.
Strategie HR per sostenere il lavoro nelle energie rinnovabili
Di fronte alla scarsità di profili, le organizzazioni stanno adottando approcci complementari. Ecco le leve che oggi funzionano di più:
- Cross-sector recruiting – Portare nel settore competenze maturate in oil & gas, ICT o ingegneria impiantistica.
- Partnership con università e ITS – Intercettare i futuri professionisti già in fase di formazione, progettando tirocini e graduate program su misura.
- Formazione interna e reskilling – Sviluppare nuove skill nei collaboratori presenti, con academy interne e percorsi certificati.
- Employer branding autentico – Non solo storytelling: azioni concrete di welfare, inclusione e sostenibilità interna.
- Head hunting mirato – Affidarsi a specialisti per mappare mercati complessi, raggiungere profili rari e gestire processi confidenziali.
Valorizzare le carriere per trattenere i professionisti
La competizione per il talento è trasversale: utility, startup, big tech e aziende oil & gas riconvertite si contendono le stesse competenze. Per evitare il job hopping, servono piani di crescita, riconoscimento e percorsi tecnici-manageriali chiari.
Su questo fronte, Direction offre servizi di Executive Search utili per valorizzare i talenti e supportare le aziende nei momenti di trasformazione.
Guardare al futuro con le persone giuste
La transizione energetica è già in atto. Per sostenerla servono non solo investimenti e tecnologie, ma soprattutto le competenze adatte. Le imprese che sapranno anticipare la sfida del lavoro nelle energie rinnovabili, investendo in attrazione, formazione e retention, guideranno il cambiamento.
Non si tratta solo di assumere: è necessario costruire un ecosistema di talenti capace di sostenere l’innovazione nel lungo periodo, allineando strategia HR, operations e obiettivi ESG.
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