L’utilizzo dei ChatBot nei colloqui di selezione: l’innovazione dell’IA ed il valore della cognizione umana

Nel sondaggio di questa settimana abbiamo raccolto le vostre opinioni circa l’utilizzo di ChatBot tecnicamente istruiti nei colloqui di selezione. 

I candidati spesso esprimono preoccupazione per la scarsa preparazione tecnica e di settore dei Recruiter durante i colloqui. Questa lacuna potrebbe infatti inficiare la piena ed efficace valutazione delle competenze dei candidati. 

Ci siamo allora chiesti se l’’introduzione dell’intelligenza artificiale (IA) nella selezione del personale potrebbe rappresentare una soluzione innovativa a questo problema. Potremmo immaginare di introdurre, nell’iter di selezione, l’utilizzo di chatbot tecnicamente istruiti, in grado di condurre colloqui tecnici approfonditi e mirati? Quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi di questa tecnica?

Rispetto ai vantaggi, abbiamo riflettuto sui seguenti: 

  1. Standardizzazione ed imparzialità: L’IA può garantire una valutazione uniforme delle competenze tecniche, riducendo il rischio di bias e soggettività.
  2. Precisione:  I ChatBot, istruiti su grandi quantità di dati ed informazioni tecniche di settore, formuleranno con precisione i quesiti da rivolgere al candidato per valutarne le competenze, la preparazione tecnica e l’esperienza professionale. 
  3. Aggiornamento costante: Gli algoritmi di IA possono essere costantemente aggiornati con le ultime tendenze e tecnologie, mantenendo alto il livello di preparazione tecnica.

Tra gli svantaggi, invece, abbiamo riconosciuto quelli che riguardano solitamente l’utilizzo dell’intelligenza artificiale a supporto dei processi valutativi umani:

  1. Mancanza di astrazione: Un chatbot, per quanto avanzato, non può sostituire le capacità associative e di astrazione di un essere umano. Il chatbot potrà limitarsi ad un oggettiva valutazione dell’aderenza tra le risposte del candidato ed i dati che ha a disposizione, non sarà in grado di compiere inferenze e deduzioni
  2. Limitazioni nel giudizio: L’IA può avere difficoltà a valutare aspetti meno tangibili come la creatività, la capacità di problem-solving in situazioni reali e le soft skills.
  3. Resistenza al cambiamento: Alcuni candidati potrebbero essere riluttanti ad affidarsi completamente a una macchina per la valutazione delle proprie competenze, creando un bias nella valutazione 

 

Nonostante i progressi dell’IA, il colloquio svolto da un essere umano resta insostituibile. Un recruiter, anche se tecnicamente meno preparato, porta con sé una comprensione completa del candidato: competenze, contenuti professionali, risultati, prodotti trattati, aderenza alla cultura aziendale, atteggiamento relazionale. Si tratta di elementi fondamentali per valutare l’idoneità di un candidato oltre le mere competenze tecniche.

Il contatto umano permette di costruire un rapporto di fiducia e di esplorare la personalità, le motivazioni e le aspirazioni dei candidati in un modo che nessun chatbot potrebbe mai replicare.

In conclusione, mentre l’IA offre strumenti potenti per migliorare e velocizzare il processo di selezione, il contributo umano rimane cruciale per una valutazione olistica e profondamente umana dei candidati. Il futuro del reclutamento vedrà probabilmente una sinergia tra tecnologia e umanità, sfruttando il meglio di entrambi i mondi.

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