
Benessere in azienda, salute mentale e pourpose personale
CONSIGLI ALLA PERSONA, BENESSERE ORGANIZZATIVO
1) Premessa sulla pandemia:
Persone e post pandemia, nei cambiamenti organizzativi odierni.
Post pandemia: guardiamo agli aspetti evolutivi: la positività del benessere personale (obiettivo prioritario), della riduzione anche importante dei tempi costi del casa- lavoro, con la crescita dell’autonomia individuale professionale, le conseguenti modifiche nelle relazioni professionale con colleghi, capi, team, dovute alle relazioni a distanza, nelle implicazioni (anche negative) prodotte dal minor coinvolgimento.
Sta crescendo la richiesta dello smart working, s’allarga in molti contesti organizzativi la forbice tra richiesta (numero giornate per settimana) e la disponibilità delle direzioni a concederle. E questo da parte di aziende caratterizzate da attività complesse, in situazioni di forte innovazione di prodotto, in presenza di commesse di alto contenuto tecnico ed organizzativo, richiedenti importanti e determinanti confronti diretti tra specialisti, colleghi.
2) Aspetti ed implicazioni collegate alla pandemia.
Le organizzazioni investite dalla pandemia sapranno realmente adattarsi, prendendosi cura del benessere dei singoli dipendenti? Quanto può essere garantita l’autonomia, la responsabilità, la sicurezza psicologica? Qual è il livello di apertura nelle relazioni nuove, la possibilità di parlarsi e confrontarsi apertamente mirando alla salute mentale (solitudine, stress psicologico)?
Ricordiamo che la salute mentale è problema sociale che fatica ad emergere. Sono problemi intimi, tra i quali l’ansia, la depressione, il senso di inadeguatezza, il panico.
A chi spetta l’ascolto e la responsabilità individuale e collettiva?
E’ a carico delle risorse umane; che devono attivarsi con l’ascolto, attente a riconoscere la fragilità individuale delle persone con cui si interagisce, la loro salute mentale. L’attenzione, il riconoscere i bisogni delle persone dando loro risposta è davvero praticabile a fronte delle distanze tra persone ed individui. Le aziende devono saper presidiare e rispondere al bisogno organizzativo latente e questo allo scopo di arginare malessere e disagi. Tutto ciò grazie all’attenzione e la cura delle persone sul piano dell’ambiente lavorativo, attivando il confronto, l’ascolto e supporto e singoli individui
Dubbi e insicurezze: la mente umana esplora le proprie volontà attraverso la ricerca e la valutazione del confronto, prima di determinarsi e decidere. Vale nella gestione di teams con progetti richiedenti la scelta delle persone giuste e competenti, come la scelta sul mercato.
3) Come decidere, come prendere le decisioni.
Parliamo di un’area di comfort che può richiedere elevati livelli di stress. E pandemia ed emergenza mettono in discussione le modalità di prendere decisioni. Le stesse hanno reso più difficili le decisioni di scelta, superando certe modalità passate nel prendere in autonomia le decisioni; e questo per evitare di sbagliare cosa che oggi è più facile.
Oggi tendiamo a modificare le modalità comportamentali, agiamo in modalità contrarie al solito con aumento di insicurezza e stress e questo alla ricerca delle soluzioni giuste frutto di un impegno di valutazione pesante ed anche eccessivo.
Ovvero pensiamo troppo. Si sono innalzati, tutti, i livelli di sensibilità nei contesti causa appunto la pandemia. Difficile decidere con situazioni che portano così ad un’insicurezza invalidante in situazione di immobilità di decisioni, slittate in avanti, tra l’altro percepite dagli altri come scaricabarile.
Da qui, va messo da parte il perfezionismo, pur di decidere in fretta, evitando di arrivare alla paralisi ma avendo davanti anche la consapevolezza di non accontentare tutti. Occorre ridimensionare i problemi aiutandoci col confronto e la condivisione con gli altri. Eliminiamo le decisioni minori, delegando, mantenendo le energie per le scelte più importanti.
Pensiamo e decidiamo in tempi predefiniti, veloci, limitiamo il tempo che ci concediamo per valutare, decidere, puntiamo all’intuizione.
4) Che cosa ci può aiutare?
Che risposte diamo al “chi voglio essere, cosa non voglio fare”?
Necessitiamo del valore del pourpose personale definito, quello che definisce il nostro scopo di vita.
Importante il Pourpose, in azienda? Sì perchè ci può indicare l’alternativa e l’affiancamento alla mission ed alla vision aziendale; è un qualcosa di intimo e personale; è un viaggio dentro di noi alla ricerca di un qualcosa che ci fa sentire capaci di portare cambiamenti , di contribuire a scremare i grandi dubbi in noi, è un qualcosa in continua evoluzione da cercare, da costruire;
è una ricerca che ci permette di lavorare in una maniera più coinvolta e coinvolgente per raggiungere quel qualcosa che vi appassiona che ci motiva, per raggiungere alti livelli di soddisfazione, per evolverci migliorando le nostre competenze;
sapendo così uscire dalla nostra comfort zona, dotandoci di nuove capacità, dimostrandoci diversi orizzonti, arrivando ad alti livelli di concentrazione.
Ed i benefici? Noi vogliamo “sentire a fondo” i nostri progetti, adattandoci, qualificandoci, rendendoci flessibili!
All’interno del nostro Pourpose entriamo nella condizione di affrontare sfide e difficoltà nelle migliori modalità, attingendo ad altre risorse personali, sapendo trasformarci nelle situazioni in persone più determinate, dure, creative, partendo dalla forza del Pourpose personale; capaci di trasformarsi in energia, coinvolgimento perché ci circonda.
E’ riflettendo sullo stesso che daremo il meglio di noi stessi, arrivando a modificare anche certi nostri tratti caratteriali, migliorandoli. Facendo leva sul quanto voglio essere.
5) Benessere mentale e organizzativo:
le difficoltà che quotidianamente ci circondano nel post pandemia comportano implicazioni sulla nostra salute mentale anche se è solo stress o ansiosità e questo a livello fisico e psicologico.
Oggi occorre puntare al benessere organizzativo: l’organizzazione promuove e mantiene il benessere fisico psicologico e sociale, puntando sugli elementi che lo possono favorire:
motivazione, collaborazione, coinvolgimento, corretta circolazione dell’informazione, flessibilità e fiducia. Attraverso una leadership efficace.
E che cosa si richiede al Manager?: Capacità di creare un ambiente aperto inclusivo e sicuro perché le persone possono sentirsi accettate dando così risultati migliori, fidelizzazione, coinvolgimento.
Parlando con gli altri, anche dei loro problemi personali, anche della loro salute, superando il formalismo interpersonale
Costruendo i ponti verso le persone, dando e chiedendo aiuto. Ascoltando le persone per davvero. Con un ascolto attivo concentrandosi sugli specifici interlocutori, nelle cose essenziali, non nei dettagli.
Le espressioni facciali possono confermare la qualità di come parliamo, di quanto siamo ascoltati. Non pensando solo a noi stessi ma occupandoci per davvero di quelle persone, di quella situazione.
Una conversazione onesta quindi sul benessere mentale del collaboratore è il vero regalo che tante persone si aspettano.